Insistere sul socialismo

L’attuale momento storico vede convergere chiunque lotti per il socialismo su una posizione comune: insistere sul socialismo.

I movimenti socialisti di tutto il mondo, così come gli individui o le cerchie che si interessano alla questione, hanno sperimentato sul socialismo la più ampia varietà di opinioni e dibattiti nel XIX secolo. L’Ottocento è il secolo in cui si è iniziato a costruire il principale quadro teorico del socialismo.

Coloro che studiano il socialismo convergono generalmente su un punto comune: prendono come riferimento la “stagione dell’Illuminismo”, quando il concetto di socialismo iniziò a svilupparsi teoricamente. In quel periodo, le posizioni che davano priorità ai problemi sociali erano riconosciute come il principale punto di partenza. A questo proposito, le opinioni di Jean-Jacques Rousseau rivestono un ruolo significativo. È anche necessario ricordare che Pierre Leroux, presumibilmente il primo a utilizzare il concetto di socialismo all’inizio del XIX secolo, così come Marie Roch Louis e Robert Owen, erano tra i seguaci di Henri de Saint Simon (1760-1825).

La rivoluzione industriale e l’ascesa della modernità capitalista intensificarono le contraddizioni e i conflitti, proprio mentre i pensatori dell’epoca sistematizzavano le loro opinioni sul socialismo e ingaggiavano accesi dibattiti tra loro. Ne risultò un punto di svolta nello sviluppo del pensiero socialista, una nuova era, per così dire. In questa fase, Saint Simon, Robert Owen e Charles Fourier iniziarono a essere considerati degli “utopisti” e vennero quindi definiti “socialisti utopisti”. Anche François-Noel Babeuf (1760-1797), che durante la Rivoluzione francese del 1789 si schierò contro il Direttorio da una posizione rivoluzionaria, venne incluso in questa linea. Ma non è tutto: coloro che elaboravano delle concezioni relative al socialismo cercavano di sistematizzare e concettualizzare le loro idee. In questo contesto, chi abbracciava o simpatizzava con le idee dell’uno o dell’altro iniziò a essere indicato come “sostenitore”. L’intensificarsi dei problemi sociali, delle contraddizioni di classe e dei conflitti contribuì a espandere e diffondere ulteriormente queste idee. Il fatto che nel XIX secolo siano state difese innumerevoli proposte in nome del socialismo è di per sé una prova di ciò.

Le interpretazioni e definizioni proudhoniane, bakuniane, blanquiste, lassalliane, bernsteiniane e marxiste del socialismo sono emerse e si sono sviluppate nel corso di questo processo storico. Naturalmente, anche tra questi teorici e coloro che li difendevano si consumò un’intensa e accanita lotta ideologica. Si svilupparono e adottarono argomentazioni per confutare le idee degli uni e degli altri. Sul tema vennero pubblicati innumerevoli articoli, opuscoli e libri. Molti materiali che documentano i dibattiti tra Marx, Bakunin e Proudhon sono sopravvissuti fino ai giorni nostri e sono ancora le principali fonti di riferimento nei dibattiti in corso. Questo si può vedere chiaramente anche nelle valutazioni relative a Lassalle e Bernstein.

Gli sforzi di Marx ed Engels

Nel contesto del XIX secolo, coloro che sostenevano di difendere il socialismo possedevano anche i mezzi per raggiungere ampi settori della società. In Francia i proudhoniani, in Germania i lassalliani e in Inghilterra le associazioni fabiane conobbero uno sviluppo quantitativo più esteso. I marxisti, al contrario, avanzarono più lentamente, ma intrapresero un percorso qualitativamente più profondo. L’impatto della rivoluzione del 1848, gli sforzi organizzativi che prevedevano l’unità della classe operaia a livello internazionale, la loro apertura agli sviluppi, la loro flessibilità politica e la loro capacità di rinnovarsi intellettualmente, hanno posto i socialisti marxisti in una posizione più favorevole rispetto agli altri. In questo senso, è necessario comprendere l’importanza della ricerca intrapresa da Marx ed Engels mentre sviluppavano la teoria del socialismo e la loro apertura verso il nuovo.

Anche le opinioni di Marx sul socialismo devono essere considerate all’interno di questo quadro. Nel valutare le comunità “comuniste primitive”, Marx afferma che “Se queste comunità fossero state in grado di resistere abbastanza a lungo, avrebbero potuto compiere la transizione al comunismo. Poiché i mezzi di produzione erano utilizzati in comune e in esse trovava realizzazione il principio fondamentale ‘da ciascuno secondo le sue capacità, a ciascuno secondo i suoi bisogni’…”. Similmente, nel periodo in cui intrattenne una corrispondenza con la marxista russa Vera Zasulič, espresse simili considerazioni come risultato delle ricerche da lui condotte: “… dal punto di vista teorico, la comune rurale russa è in grado di preservarsi sviluppando la proprietà comune della terra su cui è fondata, ed eliminando al contempo il principio della proprietà privata che ciò comporta; essa può diventare il punto di partenza diretto per il sistema economico verso cui tende la società moderna; invece di lanciarsi nel suicidio, essa potrebbe inaugurare una nuova via; potrebbe diventare proprietaria dei frutti che la produzione capitalista ha procurato all’umanità, senza passare per il regime capitalista. […] Se la rivoluzione arriva al momento opportuno, se la comune rurale raccoglie e concentra tutte le sue forze che le consentono di realizzare appieno il suo scopo, la comune rurale si svilupperà molto presto come elemento di rinnovamento all’interno della società russa e come elemento di vantaggio rispetto ai paesi schiavizzati dal sistema capitalista”.

La definizione di socialismo scientifico

Quando consideriamo le date della corrispondenza tra Marx e Vera Zasulič, occorre tenere presente il legame diretto con le scoperte e i dati di allora. E non solo sotto questo aspetto: quando Marx entrò in contatto con le conoscenze e i dati relativi ai nativi americani contenuti nel libro di Lewis Henry Morgan La società antica, ciò che vi trovò non solo era in sintonia con le sue opinioni, ma arricchì anche le sue interpretazioni e valutazioni sulla storia e sulla società. Ciò emerge anche dal libro scritto da Engels, su cui l’influenza di Marx è fuori discussione, intitolato L’origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato. Il fatto che Marx abbia dato il nome di “socialismo scientifico”, alla concettualizzazione dei suoi punti di vista, è da considerarsi una questione fondamentale che richiede un’attenzione particolare.

Nell’elaborare il suo sistema di pensiero, Marx non adottò un approccio monodimensionale, ma diede prova di un’impostazione fondata sull’unità di storia, società, economia e filosofia. Nello sviluppare il socialismo scientifico, ne stabilì il collegamento con l’economia politica inglese, la rivoluzione francese e la filosofia tedesca. Assunse l’economia politica, il socialismo scientifico, il materialismo storico e dialettico come le fondamenta di questa dottrina. Riconobbe inoltre il ruolo svolto dalla teoria dell’evoluzione, dalla cellula e dalla scoperta dell’energia, ne colse il significato storico e modellò la sua teoria grazie a questi sviluppi. Questo è il motivo per cui il socialismo scientifico ottenne un consenso più ampio rispetto ad altre interpretazioni del socialismo e intraprese un processo di applicazione nella pratica.

Come si evince dalle prefazioni scritte per ogni nuova edizione del Manifesto del Partito Comunista, il socialismo scientifico ha sempre accolto la sfida del rinnovamento e ha mantenuto viva la sua caratteristica di arricchirsi intellettualmente e praticamente. Come si vede anche dalle opere di Engels Dialettica della natura e Anti-Dühring, venne condotta una lotta contro le idee e le tendenze errate. Marx ed Engels non rimasero mai in una posizione statica o di stagnazione, ma si impegnarono costantemente in un processo di rinnovamento. In questo modo, non crearono cliché o formule rigide. Il leninismo, considerato il marxismo del XX secolo, divenne nella sua epoca il nome dato alla ricerca delle soluzioni ai problemi legati alla messa in pratica del socialismo nelle mutate condizioni mondiali, e condusse questa lotta di conseguenza.

Il socialismo svolge ancora oggi il proprio ruolo

Viviamo gli anni con cui si chiude il primo quarto del XXI secolo. Alla fine del XX, quando il socialismo reale si dissolse, il sistema della modernità capitalista cercò di “riorganizzare” il mondo, e persino lo spazio al di là dell’atmosfera terrestre, secondo i propri interessi. La Terza guerra mondiale, scoppiata nell’ultimo quarto del XX secolo e tuttora in corso, è lo strumento fondamentale di questa riorganizzazione globale.

Marx e Lenin hanno svolto il loro ruolo e pagato un prezzo molto alto per portare alla vittoria la ricerca e la lotta per il socialismo nel loro tempo. Gli sviluppi teorici, ideologici, politici, organizzativi e pratici che hanno avviato e sviluppato ne sono stati il risultato. Non consideravano i modelli del passato come insuperabili, né adottarono un approccio religioso o dogmatico. Per questo motivo il marxismo, che nel XIX secolo venne riconosciuto come socialismo scientifico, nel XX secolo venne definito leninismo, ed entrambi furono riconosciuti come pionieri dello sviluppo storico del socialismo.

Anche nelle condizioni di oggi, il socialismo non cessa di esistere sulla base della sua storicità, e la lotta per esso continua a svolgere il suo ruolo nella sua integralità. Anche oggi il compito dei socialisti è quello di ricostituirsi sulla base delle mutate condizioni del mondo, e di svolgere il proprio ruolo di leadership. Proprio come Marx ed Engels hanno adempiuto al loro dovere e alla loro responsabilità storica nel XIX secolo, e come Lenin ha fatto nel XX, anche nel XXI secolo è necessario lottare per il socialismo; questa lotta riveste un significato e un’importanza storici.

L’eredità della lotta per il socialismo

Nelle attuali condizioni non è più possibile parlare di socialismo reale, espressione con la quale durante l’era Breznev si indicava il “socialismo realizzato” nel blocco orientale e nell’Unione Sovietica. In quelle regioni gli esperimenti di “socialismo” di Stato sono crollati. Al di là di questi esperimenti falliti, anche coloro che in varie parti del mondo hanno portato avanti rivoluzioni nel tentativo di costruire un socialismo di Stato sono entrati a far parte del sistema capitalista. Allo stesso modo i movimenti, le organizzazioni e i partiti che hanno condotto lotte per l’indipendenza, la democrazia e il socialismo sulla base dello Stato, sono stati inglobati nel sistema capitalista e non hanno potuto impedire la propria dissoluzione. In questo quadro occorre considerare tanto gli esperimenti socialisti del passato, quanto le lotte rivoluzionarie e socialiste oggi in corso, come esperienze fondamentali da cui trarre conseguenze. Nel loro insieme, tutte queste rappresentano l’eredità della lotta per il socialismo. Il compito che ci attende è quello di fornire risposte corrette alla domanda su come gestire questa eredità e su come metterla al servizio delle attuali lotte socialiste. Le risposte da dare su questa base non sono diverse da quelle di Marx, Engels e Lenin. E come afferma Öcalan, lo slogan che si impone in questo caso è “Insistere sul socialismo significa insistere sull’essere umani”.

Ci sono aspetti degli esperimenti socialisti realizzati, delle lotte di liberazione nazionale e delle lotte di classe, che sono entrati a far parte della storia, e che alla storia hanno dato un contributo che non può essere negato. Non possiamo però nemmeno ignorare quegli aspetti su cui hanno fallito. Se dissoluzione e fallimento vi sono stati, occorre anche comprenderne le ragioni. Da queste bisogna trarre le giuste conclusioni. Per giungere alle giuste conclusioni a partire dalla prassi realizzata, si devono esaminare correttamente le ragioni e i risultati di tale prassi, sottoponendoli al filtro di una critica e di un’autocritica corrette. La strada verso il successo passa proprio da qui. Questo è uno dei compiti fondamentali che ci attendono nella lotta per il socialismo.

Marx ed Engels criticarono i socialisti utopisti, ma non per questo rinnegarono la loro esistenza o i loro contributi. Riconoscevano in Babeuf un loro precursore. Allo stesso modo, affermavano di essere stati influenzati da Hegel e Feuerbach, ma senza astenersi dal superarli. Si scontrarono con Proudhon e Bakunin, ma quando era necessario cercarono di collaborare con loro. In ogni caso, mantennero la loro fermezza riguardo alle idee che ritenevano corrette.

E per questo hanno anche avuto un ruolo di avanguardia nelle rivoluzioni del XX secolo. Hanno anteposto il dinamismo alla stagnazione nel pensiero, nell’organizzazione e nell’azione; hanno dato priorità alla ricchezza dei metodi. Hanno agito e lottato sulla base dell’“analisi concreta delle condizioni reali”. Come si può comprendere dalle loro valutazioni e critiche, anche nei momenti in cui erano maggiormente messi alla prova, hanno insistito sull’atteggiamento corretto e rivoluzionario.

Insistere sul socialismo contro il capitalismo

Il significato storico del momento che stiamo vivendo poggia su un punto condiviso da chiunque rivendichi il socialismo e porti avanti questa lotta: insistere sul socialismo. Non c’è nemmeno bisogno di discuterne. Eppure ci sono esperimenti di “socialismo realizzato” che si sono dissolti e hanno fallito. Il mondo è in uno stato di caos. Il sistema capitalista-imperialista vede queste circostanze come un’opportunità che gli viene offerta e cerca di riorganizzare il proprio sistema di sfruttamento e saccheggio sulla base di esse. La risposta che occorre dare e l’atteggiamento che bisogna assumere sono più che chiari: si deve insistere sul socialismo. Ciò che più importa è però come realizzarne le condizioni.

Non è possibile adempiere a ciò che è necessario per mezzo degli esperimenti e delle pratiche del “socialismo realizzato”. Se si continua a insistere sul “socialismo realizzato”, e se si segue la stessa strada, il risultato non potrà essere diverso; ancora una volta non sarà altro che una delusione. Quindi, rifare quanto già fatto non potrà andare oltre il semplice ripetersi del passato. Non è la ripetizione ciò che serve, ma piuttosto il divenire una forza risolutiva che attinge all’esperienza acquisita e conduce un’analisi concreta delle condizioni reali. Ciò richiede l’analisi dei processi in atto, la ridefinizione dei compiti e delle responsabilità fondamentali dell’oggi, e una conseguente messa in opera di nuove strategie, tattiche e strumenti. Nel fare ciò, è necessario adottare una prospettiva più ampia che non si limiti all’esperienza del “socialismo realizzato” solo a livello individuale, agli errori commessi o a ciò che non è stato fatto. L’approccio che qui si impone riguarda i criteri da privilegiare nella ricerca di soluzioni. Finora tutti i fallimenti, tutte le valutazioni, le critiche e le pratiche legate al “socialismo realizzato” sono stati discussi su queste basi e, alla fine, non si è compiuto nemmeno un singolo passo avanti. Non solo, ma si è sprecato tempo, si sono perse energie e forze, e non si è saputo cogliere le occasioni. Tutto ciò si è risolto in un’incredibile opportunità per il sistema della modernità capitalista.

Si sa che oggi i movimenti rivoluzionari e socialisti nel mondo sono alla ricerca di soluzioni ai problemi fondamentali e che lottano per queste soluzioni. Possiamo dire che questa ricerca e questa lotta non sono iniziate oggi. A partire dalla seconda metà degli anni ’60, l’emergere dei movimenti giovanili rivoluzionari che hanno investito quasi tutto il mondo, e la domanda su “che tipo di socialismo” che ne è scaturita, sono stati espressione di ciò. Nonostante il fatto che le lotte rivoluzionarie in vari paesi del mondo e gli esperimenti di socialismo di Stato siano diventati estensioni del sistema della modernità capitalista, queste ricerche continuano. Diventano fonte di speranza, forza e motivazione per l’umanità e per il futuro. Senza tenere conto di queste realtà, non è possibile dare il giusto senso al Manifesto per la pace e una società democratica di Öcalan.

Le proposte teoriche e le prospettive di Öcalan

Il Manifesto per la pace e una società democratica di Abdullah Öcalan deve essere discusso e valutato nel contesto della realtà storica e sociale. Anche questo è un presupposto del socialismo. In caso contrario non sarebbe possibile comprendere né la storia né la società, le posizioni avanzate non potrebbero essere accurate, ma resterebbero frammentarie e confinate in un racconto di eventi passati, incapaci di produrre soluzioni. Allora, il loro significato verrebbe privato della sua essenza. Il Manifesto per la pace e una società democratica deve essere considerato conservando questo approccio. Questo ci porterà a una comprensione e a una lotta corrette per il socialismo. Qualunque altro approccio non è accettabile. Il socialismo è tanto un fenomeno storico quanto sociale; il socialismo è il presente. Come viene spiegato nel Manifesto per la pace e una società democratica, esso rappresenta l’unione di questi due aspetti; esprime la “longue durée”, vale a dire tanto il passato quanto il presente. La socialità originaria che ha avuto inizio con le comunità e l’attuale lotta contro la distruzione della società sono espressione di questo significato. Pertanto, se non si comprende correttamente il significato e la definizione di socialismo formulati da Öcalan, diventa impossibile comprendere la lotta condotta in nome della socialità, nonché la funzione e la posizione di coloro che la dirigono. Ugualmente non si riesce a comprendere il motivo fondamentale per cui Marx ed Engels diedero alle loro idee il nome di “socialismo scientifico”.

Ogni periodo storico e ogni fase di transizione generano correnti di pensiero che esprimono le caratteristiche fondamentali dell’epoca, e hanno la necessità di marcare la differenza tra loro e ciò che si trova al di fuori. Le parole utilizzate, e i significati attribuiti a queste parole a seconda della missione intrapresa, sono espressione di questo senso. Se così non fosse, la differenza tra loro e ciò che le precede, così come la ragione stessa della loro esistenza, non potrebbero venire comprese. Anche se per caso venissero notate, esse verrebbero semplicemente percepite come un’aggiunta o un riflesso di ciò che è essenziale. Il fatto che Marx ed Engels non abbiano semplicemente chiamato i loro insegnamenti con il nome di “socialismo” o “socialismo utopistico”, ma li abbiano invece definiti “socialismo scientifico” trova la sua ragion d’essere proprio in una simile realtà.

Critiche al socialismo reale

Quando i rappresentanti ufficiali della Seconda Internazionale passarono nelle fila delle rispettive borghesie imperialiste, i comunisti, per marcare la propria distanza, inserirono il termine “comunista” all’interno del nome dei propri partiti, esprimendo così precisamente questa realtà. Allo stesso modo, il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), nel suo quarto congresso del 1990, adottò un simile approccio mediante il cambiamento statutario dei simboli e degli emblemi associati al socialismo reale. In seguito, nelle sue analisi e valutazioni, Öcalan rese questa distinzione ancora più manifesta attraverso le critiche che sviluppò nei confronti del socialismo reale, e mediante le aperture teoriche che elaborò, in particolare riguardo alle donne, allo Stato e al potere, avanzò valutazioni che superavano la mentalità esistente all’epoca. Introdusse così metodi diversi dalla lotta armata per la risoluzione della questione nazionale curda.

Allo stesso modo, si può comprendere come coloro che in simili fasi storiche fossero alla ricerca di una risposta abbiano attribuito significati diversi ai concetti che utilizzavano secondo le condizioni del loro tempo, o che si siano espressi con concetti diversi. Se si guarda con attenzione, si vedrà che esistono molti esempi del genere nei periodi di Marx ed Engels e di Lenin. Quindi, per poter capire correttamente i concetti utilizzati, che li si condivida o meno, l’approccio adeguato è quello di valutarli nel quadro di significato in cui sono stati utilizzati per la prima volta e trarre conclusioni di conseguenza. Anche i concetti utilizzati da Öcalan dovrebbero essere approcciati su questa base. Oltre a ciò, sceglierne alcuni in base alle proprie preferenze, per farne oggetto di polemiche e di discorsi demagogici, non è cosa accettabile, né tantomeno un atteggiamento corretto dal punto di vista etico.

Sia nel Manifesto della civiltà democratica che nel Manifesto per la pace e una società democratica, Öcalan esprime molto chiaramente il senso e il ragionamento dietro ai concetti che impiega. Eppure, si continua ad assistere a progetti e dibattiti artificiosi. In tutto ciò non c’è nulla di tollerabile. È necessario comprendere correttamente ciò che Öcalan sta dicendo e cercando di realizzare, e si deve agire e lottare di conseguenza. Oggi non esiste altra strada percorribile. Ciò che conta è insistere sul socialismo. Voler tentare altre strade o dedicarsi a ricerche diverse non solo è una scelta sbagliata, ma non porta al socialismo.

Socialismo reale

Per alcuni dei concetti chiave si può anche osservare ciò che segue. Il socialismo reale: questo concetto iniziò ad essere utilizzato durante il periodo Breznev per indicare il “socialismo realizzato” nell’Unione Sovietica e nei paesi dell’Europa orientale, ad eccezione dell’Albania e della Jugoslavia. Ciò che veniva messo in evidenza da questo concetto era che le prassi politiche adottate in questi paesi si discostavano e differivano dalla generale teoria socialista. Se si faceva uso di questo concetto, questi erano i primi paesi che venivano in mente. Eppure i partiti comunisti dell’Unione Sovietica, così come quelli di paesi come la Bulgaria e la Germania dell’Est, influenzavano i partiti comunisti in varie aree geografiche del mondo attraverso le loro relazioni e pertanto ci si riferiva anche a questi come a proiezioni ideologiche e politiche del socialismo reale.

Anche a quel tempo, quando si usava il concetto di socialismo reale, i movimenti socialisti mondiali erano divisi al loro interno. Il Partito del Lavoro d’Albania (Enver Hoxha) e il Partito Comunista Cinese (Mao Zedong) erano in conflitto con il Partito Comunista dell’Unione Sovietica, che accusavano di social imperialismo. Questo scontro ebbe ripercussioni anche sui movimenti rivoluzionari e socialisti a livello internazionale. Di conseguenza, i partiti comunisti di diversi paesi che avevano relazioni con l’Unione Sovietica e i paesi dell’Europa dell’Est venivano considerati partiti sotto l’influenza ideologica e politica del socialismo reale.

In definitiva l’Unione Sovietica, e gli Stati che come l’Albania e la Jugoslavia definivano se stessi come diversi “modelli di socialismo”, collassarono. La maggior parte dei partiti comunisti di quei paesi si sciolsero o provarono a sopravvivere sotto nomi diversi. Anche coloro che in varie parti del mondo si erano dichiarati oppositori dell’Unione Sovietica e del blocco orientale, ma che avevano compiuto rivoluzioni e tentato il “socialismo” di Stato, entrarono a far parte del sistema capitalista. Da quel momento in poi, il socialismo reale si trasformò in un concetto generale utilizzato per gli esperimenti di “socialismo realizzato” che si dissolsero e divennero estensioni del sistema capitalista, cioè del socialismo di Stato.

Qualunque sia il nome che utilizziamo, se parliamo degli esperimenti di “socialismo realizzato” di Stato che si sono dissolti e sono diventati un’appendice del sistema capitalista, è bene tirare le giuste conclusioni dalla prassi di gruppi, movimenti e partiti che erano sotto la loro influenza ideologica e politica, e che hanno imboccato la stessa strada. Allo stesso modo, è bene sapere che la ragione principale di questi risultati è proprio il quadro parametrico che ha dato forma alla loro linea ideologica e politica. Soprattutto non bisogna mai dimenticare che l’approccio dominante all’interno di questi parametri era quello di una concezione della rivoluzione e del socialismo incentrata sul potere e sullo Stato, insieme a strutture di pensiero che riproducono le divisioni umano-natura, principale-accessorio, centro-periferia, soggetto-oggetto e uomo-donna.

Socialismo scientifico

La nozione di socialismo scientifico deve essere considerata del tutto distinta da quella di “socialismo realizzato”. Confondere questi due concetti o attribuire loro significati simili non ci potrà mai condurre a conclusioni corrette. Al contrario, ciò porta a un modo sbagliato di pensare e ad atteggiamenti politici e pratici fallaci. Mentre il concetto di socialismo reale, comparso in letteratura durante l’era Breznev in Unione Sovietica, si riferiva agli esperimenti di Stati che affermavano di agire in nome del socialismo, il socialismo di per sé racchiude un significato più ampio. Il socialismo scientifico per contro si basa sul materialismo dialettico nella lotta per la realizzazione del socialismo. Esso formula tesi universali basate sulla realtà oggettiva e su fatti scientifici. Sviluppa teorie sociali, politiche ed economiche. Il socialismo marxista è anche noto come socialismo scientifico. Esso tiene conto delle condizioni di tempo e spazio. Basa la vita materiale, economica e sociale sui modi di produzione. Interpreta la rottura dell’armonia tra le forze produttive e i rapporti di produzione, e la sua trasformazione in contraddizione, come la conseguenza inevitabile del cambiamento sociale. Da Marx in poi, ciò è stato considerato il dato fondamentale che guida la teoria e la prassi degli individui, dei partiti e dei movimenti che si basano sul socialismo scientifico. In questo senso, non deve mai essere confuso con il socialismo reale.

Socialismo democratico

Il socialismo democratico assume il suo pieno significato come concezione ideologica e politica. Nella loro essenza, democrazia e socialismo non sono concetti che si escludano a vicenda. Essi possiedono un’unità interconnessa di significato. Dunque il ricorso a un concetto che combina democrazia e socialismo non comporta alcuna difficoltà teorica o ideologica, ma al contrario consente di enfatizzarne maggiormente il senso. Quando questo concetto fu utilizzato per la prima volta, non venne approcciato in modo affatto diverso. Engels non lo evitava nell’esprimere la propria differenza dai socialisti utopisti. È anche noto che molti socialisti marxisti si definivano “socialdemocratici”. In questo senso, non si tratta di un concetto generalmente scartato. Ma in seguito questo quadro interpretativo è cambiato sulla base delle condizioni mutate, ed è diventato oggetto di polemiche. La ragione è stata l’emergere di differenze nella lotta per il socialismo e il loro riflesso sulla sfera ideologica e politica. Più precisamente questo concetto è stato espunto dalla definizione generale di socialismo e “specializzato”. Anzi, è stato utilizzato per identificare individui e gruppi accusati di deviare dal socialismo, trasformandone l’uso quasi in un “delitto”.

Ciò che è accaduto al concetto di “socialismo democratico” non è diverso. Tant’è che, nelle condizioni in cui si sono delineate la linea socialdemocratica e quella comunista rivoluzionaria, che hanno portato alla formazione di partiti in seno alla Seconda Internazionale, questo concetto è stato specializzato per descrivere le posizioni degli individui e si è caricato di un significato metaforico che caratterizzava i socialdemocratici. In questo quadro, essi venivano considerati rappresentanti di una deviazione dalla lotta per il socialismo, una deriva verso il sistema della modernità capitalista. Come già accennato, il concetto di socialdemocrazia divenne un termine ideologico e politico che esprimeva la loro esclusione dal socialismo, in seguito al tradimento dei suoi rappresentanti ufficiali.

Quando si considera la storia delle lotte socialiste, è possibile incontrare molti casi simili. Naturalmente, i socialisti devono trarre le giuste conclusioni dalle esperienze storiche. Ma il fatto di trarre conclusioni dalla storia e dall’esperienza non giustifica approcci riduzionistici che scivolano nel dogmatismo. Al contrario, rende necessario aggiornare i concetti sulla base delle mutate condizioni, interpretarli in modo corretto e adeguato e fondare il proprio pensiero su queste premesse. Peraltro, date le condizioni per cui il “socialismo reale” è collassato, e il “socialismo realizzato” è diventato un’appendice del sistema della modernità capitalista, un approccio di questo tipo diventa ancora più necessario.

Dare significato ai concetti solo alla luce delle fasi trascorse, interpretarli di conseguenza e fondare il proprio pensiero su queste basi non è corretto, significa mischiare ciò che si dovrebbe distinguere, o confrontare le mele con le pere.

Il socialismo della società democratica

Anche il socialismo della società democratica è un concetto carico di significato, in cui i termini si completano a vicenda senza negarsi reciprocamente. Che il socialismo si realizzi sulla base della democrazia e della società non dovrebbe essere oggetto di interpretazioni discordanti. Fondamentalmente, questo concetto descrive le politiche orientate alla democrazia e alla società che sono state sviluppate e messe in atto nell’ambito del «socialismo realizzato». In altre parole, si tratta dell’affermazione secondo cui il socialismo può raggiungere il successo solo poggiando sulle sue basi fondamentali, a fronte del fallimento pienamente dimostrato delle politiche che hanno cercato di costruire il socialismo a prescindere dalla democrazia e dalla società. L’Unione delle Comuni Democratiche del Kurdistan è la forma realizzata del socialismo della società democratica. Il Movimento di fraternità comunalista è la linfa che dà vita al corpo, che lo sostiene e scorre nelle sue vene.

Non c’è dubbio che ognuno di questi concetti, che qui mettiamo in una frase, richieda una più ampia elaborazione ed esposizione. Li spiegheremo e ne parleremo più in dettaglio in futuro. Quello che ora possiamo dire è che il significato da attribuire a questi concetti non è una “attualizzazione del marxismo” o del socialismo. E nemmeno si tratta di ricostruire da zero la teoria del socialismo. Entrambi questi approcci conterrebbero molti errori e non avrebbero altro significato se non quello di offuscare ciò che è essenziale. Le condizioni storiche in cui è emerso il socialismo marxista o scientifico, come lo hanno definito i suoi fondatori, e il ruolo storico che ha svolto, rendono impossibile una sua riproposizione; e neppure la consente il significato che il socialismo esprime storicamente e socialmente. Ciò che qui bisogna comprendere è che ci si deve fare soggetto di esistenza in seno alla lotta che si radica sulle basi fondamentali del socialismo, la quale esiste nella sua storicità, nella sua socialità e nella sua contemporaneità, cioè nell’ambito della “longue durée”.

Questo testo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia di notizie ANF (con il titolo “Sosyalizmde ısrar” il 3 novembre 2025).