Messaggio del 1° maggio di Abdullah Öcalan: Viva la solidarietà della classe operaia e di tutti i popoli!

Sin dagli anni ’80, Abdullah Öcalan ha sempre utilizzato la giornata internazionale di lotta della classe operaia come un’opportunità per analizzare la situazione del movimento socialista mondiale e per ricavare prospettive sulla la lotta per l’autodeterminazione e il socialismo in Kurdistan e in Medio Oriente. Dopo il suo rapimento e la sua incarcerazione il 15 febbraio 1999, le sue opportunità di farsi conoscere dal mondo esterno si sono limitate a brevi messaggi che sono riusciti a superare le mura della prigione solo attraverso i suoi avvocati. Tuttavia, non ha mai perso l’occasione di rivolgersi al suo movimento e al pubblico con messaggi di auguri in occasione della giornata di lotta delle donne lavoratrici dell’8 marzo, del capodanno curdo, Newroz, del 21 marzo o del 1° maggio. Questo testo è un messaggio di Abdullah Öcalan in occasione della manifestazione del 1° maggio ad Amed (Diyarbakir) nel 2014. È l’ultimo messaggio del 1° maggio di Abdullah Öcalan prima di essere sottoposto a un regime di detenzione più severo e all’isolamento totale nell’aprile 2015.

Viva la solidarietà della classe operaia e di tutti i popoli!

Il socialismo è più che mai necessario, ma allo stesso tempo la distanza dall’ideologia e dalla pratica socialista è espressione sia della crisi del socialismo che di quella del capitalismo. La crisi del socialismo non è dovuta a cause oggettive. La crisi è dovuta a fattori soggettivi, ossia alla mancanza di una coscienza coerente, di un’organizzazione coerente e di un’azione coerente. Non c’è dubbio che l’egemonia ideologica del capitalismo sia il fattore esterno più importante. Ma ciò che è decisivo è la mancanza di un’ideologia e di una pratica socialista. Esiste invece un approccio eclettico e una pratica eclettica.

O la società o il nulla

In quest’epoca di capitalismo finanziario egemonico, l’attacco è diretto non solo contro il lavoro, ma contro la società nel suo complesso, la sua storia, la sua ecologia e il suo futuro. Ciò significa: socialismo o barbarie, società o nulla. Il gene del capitalismo, emerso come un topo rosicchiante nelle profondità della storia, ha infettato come un cancro l’intero corpo sociale del nostro tempo. Non c’è dubbio che anche il monopolio dell’informazione abbia svolto un ruolo importante in questo senso. Per la liberazione sociale, è quindi essenziale condurre la guerra dell’informazione in unità con la lotta per la società morale e politica. Per farlo, dobbiamo opporre ai tre pilastri che sostengono il sistema – il monopolio del capitale, l’industrialismo e lo Stato nazionale – un socialismo basato sull’economia comunitaria, sull’industria ecologica e sulla nazione democratica. In altre parole, dobbiamo creare l’alternativa alla modernità capitalista attraverso la modernità democratica. I sistemi ibridi di socialismo reale, socialdemocrazia e liberazione nazionale hanno fallito perché non sono andati oltre un economismo unilaterale di sviluppo nella lotta contro la modernità capitalista. Hanno trasformato il capitalismo in un mostro impetuoso. La via della salvezza è la modernità democratica basata sulla nazione democratica, sull’industria ecologica e sull’economia comunitaria.

Il movimento per la libertà è in prima linea

Oggi il Medio Oriente è l’anello più debole del sistema egemonico. In un certo senso, vi si sta svolgendo una terza guerra mondiale. Il Kurdistan è al centro di questa regione. Il movimento per la libertà è in grado di guidare la lotta antiegemonica di tutti i popoli, le nazioni e i gruppi culturali di questa regione. I lavoratori e i disoccupati devono condurre questa lotta con le loro armi ideologiche e pratiche. Imparando dalla loro storia e facendo propria la storia dei popoli della regione, devono assumere il ruolo di guida per l’intera società, soprattutto per i contadini e le periferie. Definendo la sua missione storica in questo modo, il PKK esprime con determinazione la sua solidarietà internazionalista con la classe operaia della Turchia, con tutti i lavoratori e con i popoli della regione e promette di realizzare questa solidarietà con la sua pratica.

Viva la solidarietà della classe operaia e di tutti i popoli! Abbasso l’egemonia capitalista!

Abdullah ÖCALAN Typ F prigione Imrali 25. aprile 2014