La verità, e vivere e morire per essa, sono concetti importanti nella cultura mediorientale. Nella cultura europea, il concetto di verità è stato presentato come una dicotomia tra teoria e prassi[1], derubato gradualmente della propria essenza, frammentato, e privato dell’integrità. Nell’ultima fase della modernità, ciò è diventato ancora più evidente. La verità è stata sacrificata all’economicismo.
La ricerca della verità è sempre stata messa all’ordine del giorno nei momenti in cui sorgevano problemi sociali. In quei momenti, discorso e azione hanno tentato immancabilmente di presentarsi come verità. L’analisi sociologica della verità rivela chiaramente la sua connessione con l’ingiustizia. Mentre lo sfruttamento del lavoro sociale e l’appropriazione violenta dei valori della società vengono definiti delle ingiustizie, la ricerca su questi temi e i rimedi necessari sono stati considerati uno sforzo verso la verità e sono stati sempre lodati. Il fatto che l’ingiustizia conduca alla ricerca di giustizia (hak) e che questa venga equiparata a Dio riflette la connessione tra i due termini e la socialità[2]. Ciò conferma ancora una volta, al di là dell’astrazione metafisica, come il concetto di Dio sia in relazione con la coscienza collettiva.
Cercare di raggiungere la verità implica fare i conti con l’ingiustizia. L’identità sociale, che si è presentata come l’essere supremo, Dio, ha reagito alle ingiustizie verso sé stessa condannando l’ingiustizia, agendo contro di essa, e considerando l’eliminazione della stessa come “punizione divina”. Nel momento in cui le minacce interne ed esterne e le ingiustizie contro l’identità sociale sono aumentate, l’identità sociale è stata enfatizzata sempre di più e per essa sono state sviluppate grandi visioni (visione divina = teoria) e azioni (affari divini). E’ importante comprendere che religione e filosofia si basano sull’identità sociale. Perciò è un’impresa futile cercare la loro origine da un’altra parte.
Uno degli scopi primari dell’egemonia ideologica della modernità capitalista consiste nell’occultamento e nella repressione delle realtà storiche e sociali legate al concetto e alla pratica della verità. Sotto questa egemonia, religione e filosofia sono state trasformate in nazionalismo e deificazione dello Stato-nazione. Teoria e prassi sono dedicate a rendere gloriosi e immortali i concetti e le pratiche del nazionalismo statalista. Il ruolo della scienza, guidata dalla filosofia positivista, è stato ridotto all’analisi e risoluzione dei problemi sorti dai tre pilastri della modernità. La lotta per la libertà, antica quanto la storia dell’umanità, è stata deviata verso il perseguimento di banali interessi.
Mentre l’identità sociale minacciata, il vero problema, veniva esclusa dalla questione della verità, si è tentato di rimpiazzarla con l’individualismo. In questo contesto, i diritti umani sono stati utilizzati impropriamente. Persino prospettive antisistema, che si presentano come ideologie che amano la verità, non osano superare il paradigma della modernità. Il liberalismo, l’ideologia ufficiale del sistema, è riuscito fino ad oggi a mantenere il proprio monopolio sulla destra e sulla sinistra.
Il liberalismo, in quanto monopolio ideologico della modernità, da una parte crea un proliferare di idee e dall’altra ne trae il massimo beneficio; approfitta di quelle, tra le tante, che gli si adattano meglio, bombardando le menti attraverso i media per provare a ottenere il massimo risultato. Il fine ultimo della sua guerra ideologica è assicurarsi il monopolio delle idee. Le sue armi principali sono il religionismo, il nazionalismo, il sessismo e lo scientismo, in quanto religione positivista. Non è possibile perpetuare la modernità attraverso la sola pressione politica e militare, senza l’egemonia ideologica. Il liberalismo, mentre prova a controllare la coscienza collettiva precapitalista attraverso il religionismo, mantiene il controllo sulla cittadinanza dello Stato-nazione e sulle classi che si sviluppano attorno al capitalismo attraverso il nazionalismo. Lo scopo del sessismo è negare alle donne lo spazio vitale. La potente funzione dell’ideologia sessista è rendere l’uomo assetato di potere e tenere la donna sotto minaccia di stupro. Con lo scientismo positivista neutralizza il mondo accademico e la gioventù, mostra loro che non hanno altra opzione se non integrarsi nel sistema e garantisce quest’integrazione in cambio di concessioni.
A fronte dell’attacco ideologico del liberalismo, le domande “Come vivere?”, “Che fare?” e “Da dove iniziare?” sono diventate più urgenti. Le risposte date da chi si oppone al sistema a queste domande fondamentali sono state rese inefficaci, almeno fino ad oggi, e, in tutti e tre i casi,sono state efficaci quelle della modernità. Il modo di vivere che la modernità ha sviluppato nel corso degli ultimi cinque secoli ha fortemente influenzato la risposta alla domanda “Come vivere?”. Nell’era della modernità capitalista i modi di vivere sono stati omogeneizzati da un potere di assimilazione e costrizione che non ha forse precedenti in nessun’altra epoca storica. I percorsi di vita di tutti e tutte sono stati uniformati secondo regole universali. Le differenze sono esigue rispetto all’uniformità. Ogni ribellione contro il cosiddetto stile di vita moderno viene bollata come pazzia, e chi si ribella è istantaneamente condannato all’esilio dal sistema. Di fronte alla minaccia dell’esilio, davvero poche persone hanno il coraggio di continuare a ribellarsi.
Anche la domanda “Cosa bisogna fare?” riceve da molto tempo, cinquecento anni, una risposta dettagliata: bisogna vivere in modo individualista, pensare sempre a sé stessi/e, dire, “l’unico cammino è quello della modernità”, e agire di conseguenza! Il cammino è chiaro, il metodo è chiaro: fare ciò che fanno tutti. Cercare altre risposte a queste domande è follia. Insistere conduce all’esilio dal sistema, alla disoccupazione, alla disperazione e al declino. La vita è stata trasformata in una terribile corsa di cavalli. La domanda “Cosa bisogna fare?” è preferibile che non venga nemmeno posta, e la domanda “Da dove iniziare?” riceve attraverso la prospettiva del sistema una risposta tipo: “inizia con una buona istruzione.” Le scuole e le università sono punti di partenza indispensabili per il successo all’interno del sistema.
Di fronte al sistema, la ricerca di verità della Modernità Democratica, la sua presa di posizione ideologica e le risposte che fornisce alle tre domande fondamentali hanno chiaramente il valore di un sistema alternativo. L’essenza della lotta per la verità è cercare, analizzare, e offrire soluzioni all’identità sociale in tutti i suoi aspetti. Nei miei scritti di difesa, ho presentato i risultati di questa ricerca e lotta, anche se a grandi linee. Non serve che mi ripeta. Avere una posizione ideologica significa superare l’egemonia ideologica della modernità dominante sulla base di un’ampia critica. Il posizionamento ideologico è la difesa delle realtà sociali esistenti. Mostrare l’assenza di verità nella modernità capitalista (che favorisce l’individualismo rispetto alla società, attaccando l’identità sociale) e riflettere la verità della società e della nazione economica, ecologica e democratica, nonché il suo potere di verità, è legato a questa posizione.
La prima risposta congiunta alle domande “Come vivere?”, “Che fare?”, e “Dove iniziare?” deve arrivare dall’interno del sistema e sulla base dell’opposizione al sistema. Tuttavia per opporsi al sistema dall’interno bisogna comportarsi come un/a combattente per la verità all’altezza degli antichi saggi, tanto da mettere in gioco la propria vita in ogni momento. La risposta combinata alle domande interconnesse “Come vivere?” e “Da dove iniziare?” è: lascerai la vita moderna, stretta attorno a te come un’armatura, come se dovessi uscire da una camicia di forza e buttarla via; la odierai e rinuncerai ad essa. Quando necessario, purgherai il tuo stomaco, cervello e corpo da questa vita che è in te, come attraverso un vomito costante. Anche se la vita moderna ti si presenta come la cosa più bella del mondo, in risposta vomiterai ciò che di essa è in te. Unendola alle risposte alle altre due domande, darai risposta alla domanda “Cosa bisogna fare?” agendo costantemente contro il sistema. La risposta alla domanda “Cosa bisogna fare?” è “una prassi cosciente e organizzata.”
Dal punto di vista del sistema della Modernità Democratica, la risposta a tutte e tre queste domande esprime un’unione ideologica e di azione con gli elementi di questo sistema. La missione in precedenza assegnata al concetto di partito d’avanguardia si è perfezionata nell’avanguardia a livello teorico e di azione della modernità democratica. La missione fondamentale della nuova avanguardia è soddisfare i bisogni dei tre pilastri del sistema [della modernità democratica], la società economica, ecologica e democratica (amministrazioni democratiche confederali a livello urbano, locale, regionale, nazionale e transnazionale), in termini di pensiero e volontà. Per farlo, è necessario costruire strutture accademiche in quantità e di qualità sufficienti. A seconda del contenuto, si possono costruire nuove unità accademiche con nomi diversi, che non si accontentino solo di criticare il mondo accademico della modernità capitalista, ma che sviluppino allo stesso tempo l’alternativa a esso. La costruzione di unità accademiche in ogni campo sociale, a partire da economia e tecnologia, agricoltura ecologica, politica democratica, sicurezza e difesa, donne e libertà, storia e linguaggio, scienza e filosofia, religione e arte, a seconda dell’importanza e del bisogno, è un compito essenziale. Perché senza un forte quadro accademico, gli elementi della modernità democratica non possono venire costruiti. Proprio come un quadro accademico non ha senso senza gli elementi della modernità democratica, gli elementi della modernità democratica non hanno senso senza quadri accademici[3] e senza di essi non avranno successo. La loro interrelazione e unità sono le condizioni necessarie per significato e successo. La mentalità della modernità capitalista di separare pensiero, parola e azione, che pesa sulle spalle come un abito maledetto, dev’essere abbandonata e superata. Pensiero, parola e azione, inseparabili, sono i segni della grandezza della verità, che dobbiamo sempre tenere sulle nostre spalle, indossare, e vivere in unità. Chi non li esprime tutti e tre insieme nelle risposte alle domande “Come vivere?”, “Che fare?”, e “Da dove iniziare?” non dovrebbe intraprendere la battaglia per la verità. La lotta per la verità non accetta le distorsioni della modernità capitalista e non può convivere con essa. In breve: il quadro accademico è il cervello, l’organizzazione, e si diffonde attraverso le vene nel corpo (la società). Il vero è l’intero[4]. La verità è l’espressione olistica della realtà. Il quadro è la verità organizzata e in azione.
Nel processo del proprio rinnovamento, la cultura del Medio Oriente deve sapere che questo cammino passa dalla rivoluzione della verità. La rivoluzione della verità è una rivoluzione della mentalità e del modo di vivere; è la rivoluzione della liberazione dall’egemonia ideologica e dal modo di vivere della modernità capitalista. Non dobbiamo lasciarci ingannare dagli sciovinisti pseudo religiosi e tradizionalisti. Non lottano contro la modernità capitalista; fanno da cani da guardia del sistema in cambio di un piccolo ritorno. Per loro lottare per la verità è completamente impensabile. In più, non solo rimangono sconfitti di fronte alla modernità, ma tentano anche di entrare nelle sue grazie. Se vogliono essere coerentemente anti-modernisti, i movimenti della sinistra classica, femministi, ecologisti e culturali devono sapere come lottare per la verità in modo olistico attuandola nel proprio modo di vivere.
La lotta per la verità acquisisce importanza e successo crescenti quando viene intrapresa in ogni momento della vita in tutte le aree sociali, nelle unità comunali economiche e ecologiche, nelle città democratiche, a livello locale, regionale, nazionale e transnazionale. Coloro che non sanno vivere come i profeti e gli apostoli dell’epoca della nascita delle religioni, coloro che non perseguono la verità, non possono condurre una guerra della verità, oppure, se lo fanno, non possono vincerla. Il Medio Oriente ha bisogno di una rinnovata saggezza dalle divinità femminili,da persone come Mosè, Gesù e Maometto, San Paolo, Mani, Veysel Karani[5], Mansur al-Hallaj, Suhrawardi[6], Yunus Emre[7] e Giordano Bruno. La rivoluzione della verità non può avere successo se non si coltiva l’eredità senza tempo, ma rinnovata, degli antichi. Le rivoluzioni e le rivoluzionarie non muoiono. Portando avanti la loro eredità, proviamo che la vita è possibile. La cultura del Medio Oriente integra pensiero, parola e azione, è ricca di questo. La Modernità Democratica darà il suo contributo aggiungendo a questa cultura la critica della civiltà e della modernità capitalista, giocando quindi il proprio ruolo storico. Tutti i maestri possono fare ciò.
L’individuo della civiltà democratica non può realizzare sé stesso, non può essere una guida verso la verità, finché non vive in una costante unità di pensiero, parola e azione in lotta contro i tre cavalieri dell’Apocalisse della modernità capitalista (capitalismo, industrialismo e nazionalismo statalista) enon conduce una continua lotta di pari livello nel pensiero, nella parola e nell’azione insieme ai tre angeli della liberazione della modernità democratica (società economica, ecologica e democratica). Lui o lei non può essere la guida (murshid) che realizza il mondo della giustizia, della libertà e della democrazia, se non mantiene l’unione di lotta e vita tanto nell’unità della comune sociale quanto nell’unità dell’accademia. La critica delle sagge dee e delle sacre scritture ha valore, purché resista alla strumentalizzazione da parte della civiltàdominante e della modernità. Ciò che rimane è l’eredità senza tempo della vita, la nostra identità sociale. Il vero e la vera militante dell’era democratica è chi incide questa identità nella propria personalità, vive l’eredità della vita liberamente e la mantiene viva.
- Aristotele fu il primo a mettere in opposizione a livello concettuale teoria e prassi. Marx e Lenin enfatizzarono in particolare la prassi come criterio di verità: “La questione se al pensiero umano appartenga una verità oggettiva non è una questione teorica, ma pratica.Ènell’attività pratica che l’uomo deve dimostrare la verità, cioè la realtà e il potere, il carattere terreno del suo pensiero. La disputa sulla realtà o non-realtà di un pensiero che si isoli dalla pratica è una questione puramente scolastica.” Karl Marx e Friedrich Engels, Ludwig Feuerbach e il punto di approdo della filosofia classica tedesca, Roma, Editori Riuniti, 1950, pp. 77.
- Le parole turche usate qui, hak (giusto), haksızlık (sbagliato, ingiustizia) e hakikat (verità) sono strettamente legate da un punto di vista etimologico. Vengono dall’arabo, in cui la radiceḥaqq (verità, realtà, giusto) e il derivato ḥaqīqat (di nuovo, verità) hanno un significato ancor più simile.In particolare,haqq nell’accezione di verità è anche un nome per indicare Dio nell’Islam Sufi.
- Qui, con quadro non si intende un individuo, ma la totalità di chi insegna.
- Cfr. G. W. F. Hegel, Fenomenologia dello spirito, traduzione di Enrico De Negri, Firenze, La Nuova Italia, 1960.
- Il mistico Uwais al-Qaranī (grafia turca: Veysel Karani) è stato un mistico islamico del VII secolo, ed è considerato il primo sufi.
- Shihab ad-Din Yahya Suhrawardi è stato un filosofo persiano del XII secolo e un mistico che ha descritto Dio come la luce diffusa in tutta la creazione.
- Yunus Emre (c. 1240–c. 1325) è stato un importante poeta popolare e mistico sufi.